Paese d'origine: Italia
Utilizzo: Caccia, in particolare al coniglio selvatico.
Classificazione: Gruppo 5 cani da caccia di tipo primitivo dall'1.1.95 la razza e' sottoposta a prova di lavoro.
Aspetto generale: Cane di tipo primitivo
dalle forme eleganti e slanciate, di media taglia, poco ingombrante ma
robusto e resistente. La conformazione e' quella del sub-
dolicomorfo costruito leggermente, con tronco che sta nel quadrato
e con pelo
fine.
Proporzioni: Lunghezza del tronco uguale all'altezza al garrese (costruzione quadrata); altezza del torace leggermente inferiore all'altezza dal gomito a terra; rapporto tra la lunghezza della canna nasale e la lunghezza totale della testa; la canna nasale non raggiunge la meta' della lunghezza totale della testa (il muso sta al cranio come 8 a 10, ma sono maggiormente apprezzati i soggetti il cui muso raggiunge la lunghezza del cranio).
Comportamento e carattere:
Cane da caccia adatto a terreni aspri e specialmente indicato per la
caccia al coniglio selvatico. Cane dotato di grande temperamento, e dolce
ed affettuoso, nel contempo.
Testa: In senso longitudinale, forma ovaleggiante;
gli assi cranio-facciali sono fra di
loro appena divergenti o paralleli. Il profilo superiore del cranio
leggermente convesso quasi da apparire piatto, la larghezza bizigomatica
del cranio non deve superare la meta della lunghezza totale della testa,
arcate sopracciliari poco elevate, solco frontale poco sviluppato, cresta
occipitale quasi nulla, protuberanza occipitale poco sviluppata.
Stop: Grado di accentuazione all'incirca 140°.
Regione facciale:
Tartuto: Di forma abbastanza rettangolare,
piuttosto grande, colore in relazione al manto
(marrone piuttosto scuro, marrone chiaro, carnicino).
Muso: La lunghezza del muso raggiunge
almeno l'80% della lunghezza del cranio, profondita' od altezza (misurata
alla meta' del muso) raggiunge almeno la meta' della sua lunghezza del
muso stesso, la larghezza (misurata alla meta del muso) e' inferiore alla
meta' della sua lunghezza. Il muso quindi, e' a punta con profilo
della canna nasale rettilineo, il suo profilo laterale inferiore e' dato
dalla mandibola.
Labbra: Fini, sottili e tese, ricoprono
appena i denti della mandibola. La commessura
labiale e' appena visibile.
Mascella: Mascella di sviluppo normale
anche se d'apparenza non robusta, mandibola poco
sviluppata con mento sfuggente. Incisivi impiantati posti verticalmente
sulle mascelle e perfettamente allineati e combacianti fra di loro.
Guance: Piatte.
Denti: Chiusura a forbice e denti completi
per sviluppo e numero.
Occhi: Occhi, apparentemente piuttosto
piccoli, colore ambra e marrone o nocciola scuro; la loro posizione e'
semilaterale; espressione dolce, rime palpebrali ovali con igmentazione
uguale a quella del tartufo.
Orecchie: Inserite ben in alto e ravvicinate,
portamento eretto e ben rigido ad apertura anteriore, forma triangolare
con punta stretta, non vanno amputate. La loro lunghezza non oltrepassa
la meta' della lunghezza totale della testa.
Collo:
Profilo: Profilo superiore molto arcuato
(convesso).
Lunghezza: Lungo quanto la testa.
Forma: Leggermente tronconico, muscoli
appariscenti in special modo al suo margine
superiore.
Pelle: Pelle fine e tesa, molto aderente,
assenza di giogaia
Tronco:Linea superiore rettilinea, che
dal garrese scende bene verso la groppa.
Garrese: Elevato sulla linea dorsale,
stretto per la convergenza della punta delle scapole, l'attacco del collo
e armonioso, cioe' senza alcuna demarcazione.
Dorso: Profilo superiore rettilineo, muscoli
senza grande sviluppo la lunghezza della
parte toracica, e' all'incirca tre volte la lunghezza della parte lombare
e pressappoco un quinto dell'altezza al garrese e la sua larghezza si avvicina
alla misura della sua lunghezza, muscoli corti e poco appariscenti ma sodi.
Groppa: Profilo superiore piuttosto piatto, la sua inclinazione e di circa 45° sull'orizzontale, quindi groppa scoscesa, secca e robusta, la sua lunghezza raggiunge all'incirca un terzo dell'altezza al garrese e la sua larghezza si avvicina come misura alla meta' della sua lunghezza, i muscoli della groppa non sono appariscenti.
Torace: La lunghezza del torace e' poco piu' della meta dell'altezza al garrese (circa 57%) e la sua larghezza (misurata nella parte piu' ampia del torace) e' poco meno di un terzo dell'altezza al garrese; il torace scende all'altezza del gomito o quasi senza pero' ltrepassarlo; coste poco cerchiate, mai piatte; perimetro toracico che supera in misura l'altezza al garrese di circa un ottavo, petto piuttosto stretto.
Linea inferiore: Il profilo inferiore e'
dato da una linea che rimonta in corrispondenza del
ventre, senza brusche demarcazioni. Ventre asciutto e retratto, fianchi
pari in lunghezza alla regione renale.
Coda: Inserita in basso, di forma piuttosto grossa ed uniforme in tutta la sua lunghezza; lunga sino a raggiungere il garretto o leggermente oltrepassarlo, in riposo e' portata a scimitarra, in attenzione a tromba sul dorso; pelo raso.
Arti:
Arti anteriori: Nell'insieme l'appiombo
visto di profilo evidenzia la verticale immaginaria
calata a terra dall'articolazione scapolo omerale, sino a toccare la
punta delle dita, cosi' come la verticale immaginaria abbassata dall'articolazione
omero radiale divide l'avambraccio ed il carpo in due parti quasi uguali
uscendo a meta' del metacarpo.
L'appiombo visto di fronte deve mostrare la verticale immaginaria calata
a terra dalla punta della spalla, che divide in due parti uguali l'avambraccio,
il carpo, il metacarpo, il piede.
L'altezza di tutto l'arto anteriore sino al gomito e' di poco superiore
alla meta' dell'altezza al garrese.
Spalle: La scapola deve avere la lunghezza
di quasi un terzo dell'altezza al garrese ed
una inclinazione di 55° sull'orizzontale, le punte delle scapole
sono ravvicinate, l'angolo scapolo omerale e' di 115/120°.
Braccio: La lunghezza del braccio e' la
meta' dell'altezza dell'arto anteriore sino al
gomito, il braccio e' parallelo o quasi al piano meridiano del tronco,
poco obliquo sull'orizzontale la muscolatura del braccio e' appariscente
e netta.
Gomito: posizione a livello della linea
sternale o posto al di sotto e parallelo al
piano mediano del tronco, angolo omero radiale 150° circa.
Avambraccio: La lunghezza dell'avambraccio
e' uguale ad un terzo dell'altezza al garrese, la sua direzione e' perpendicolare
al terreno, scanalatura carpio-cubitale evidente, ossatura leggera ma solida.
Carpo: Segue la linea retta dell'avambraccio,
osso pisiforme ben sporgente.
Metacarpo: La lunghezza del metacarpo
non deve essere inferiore al sesto dell'altezza di
tutto l'arto anteriore sino al gomito, largo piu' del carpo ma piatto
e secco, il metacarpo e' leggermente inclinato dall'indietro all'avanti,
ossatura piatta e secca.
Piede: Di forma ovale, da lepre, a dita
ben unite fra di loro ed arcuate, unghie forti e ricurve di colore marrone
o carnicino-rosa tendente al marrone, mai nere, suole dure e pigmentate
del colore di quello delle unghie.
Arti posteriori: Nell'insieme l'appiombo
visto di profilo evidenzia la verticale immaginaria
calata a terra dalla punta della natica sino a toccare la punta delle
dita o quasi; l'appiombo visto da dietro evidenzia la verticale immaginaria,
calata a terra dalla punta della natica e che divide in due parti uguali
la punta del garretto, metatarso e piede. La lunghezza totale dell'arto
posteriore Š all'incirca il 93% dell'altezza al garrese.
Coscia: Lunga e larga. La sua lunghezza
e' un terzo dell'altezza al garrese, muscoli piatti con margine posteriore
della coscia poco convesso, la larghezza della coscia (faccia esterna)
e' pari ai 3/4 della sua lunghezza; l'angolo ileofemorale e' di circa 115°.
Gamba: Lunghezza di poco inferiore a quella
della coscia, la gamba e' inclinata di 55° sull'orizzontale.
I muscoli che la ricoprono sono asciutti e ben divisi, ossatura leggera,
scanalatura gambale ben marcata.
Ginocchio: Il ginocchio deve trovarsi
sulla verticale calata dalla punta della natica a
terra; l'angolo femoro-tibiale e' di circa 120°.
Garretto: La distanza della pianta del
piede alla punta del garretto non oltrepassa il 27%
dell'altezza al garrese, la sua faccia esterna e' larga, angolo tibio-tarsico
circa 135°.
Metatarso: La sua lunghezza e' uguale
al terzo della lunghezza dell'arto anteriore al gomito, e' di forma cilindrica
e la sua posizione e' verticale cioe' perpendicolare al terreno, assenza
di speroni.
Piedi: Leggermente ovale e con tutte le
caratteristiche di quello anteriore.
Andatura: Galoppo anche con tempi di trotto.
Pelle:Fine, ben aderente agli strati sottostanti in ogni regione del corpo. Il pigmento varia col variare delle macchie del mantello. Le mucose e la pelle del tartufo sono dei colori descritti per il tartufo e non debbono mai presentare macchie nere n‚ essere depigmentate.
Mantello:
Pelo: Pelo raso sulla testa, sulle orecchie
e sugli arti, semilungo (cm.3 circa) ma ben liscio ed aderente alla cute
sul tronco ed alla coda, tessitura vitrea.
Colore: a) fulvo unicolore piu'
o meno intenso o diluito, come isabella sabbia, ecc.;
b) fulvo e bianco nelle sue gradazioni (lista bianca in testa,
lista bianca al petto, piedi bianchi, punta della coda bianca, ventre bianco),
(meno apprezzato il collare bianco); ammesso il manto fulvo frammisto di
peli piu' chiari e piu' scuri.
Taglia e peso
Altezza al garrese
Maschi: da 46 a 50 cm. Tolleranza massima 52 cm.
Femmine: da 42 a 46 cm. Tolleranza massima 50 cm.
Peso
Maschi: da 10 a 12 Kg.
Femmine: da 8 a 10 Kg.
I maschi devono avere due testicoli di aspetto normale e ben discesi nello scroto.
Difetti:
Ogni deviazione delle caratteristiche indicate nella descrizione delle
varie regioni costituisce un difetto, che deve essere penalizzato nel giudizio
in rapporto alla sua gravita' e diffusione.
Difetti eliminatori:
Convergenza degli assi cranio-facciali, canna nasale concava, prognatismo
accentuato, pigmentazione nera anche parziale, orecchio totalmente pendente
o a pipistrello, unghie nere, cuscinetti plantari e digitali neri, coda
arrotolata sul dorso, unicolori marrone o fegato, macchie nere, macchie
marroni, presenza di peli neri o marrone, altezza inferiore ai due centimetri
rispetto al minimo previsto o superiore ai 52 cm. Nei maschi ed ai 50 nelle
femmine; mantello tigrato, mucose nere.
Difetti da squalica:
Enognatismo, monorchidismo, criptorchidismo. depigmentazione totale,
occhio
gazzuolo.
STANDARD DI LAVORO
(In vigore dal 1.1.1995)
Il cirneco dell'Etna e' una razza recentemente classificata fra i "Cani primitivi" ed inserita nel 5° gruppo. La sua vocazione venatoria e' il coniglio selvatico.
La cerca:L'esplorazione e' inframmezzata
da tempi di trotto sciolto o galoppo leggero a tempi di passo brioso in
relazione alle asperita' del terreno.
La ricerca della emanazione e' sempre meticolosa, dettagliata, attenta
e riflessiva.
Queste caratteristiche diventano peculiari nella "sciara" delle zone
vulcaniche. L'ispezione dev'essere, ovunque e sempre, minuziosa ed incisiva.
Il metodo: quando il cirneco ha la percezione della presenza del selvatico,
scatta e si
dirige rapido, naso fedele all'emanazione, verso la provenienza dell'usta
lasciata impressa sul terreno dal coniglio al suo passaggio; accortosi
pero' che l'emanazione svanisce o si attenua e che comunque non porta al
selvatico, si ricompone nel suo atteggiamento di "cerca" e continua ad
esplorare il terreno.
Se, invece, procedendo sulla passata si rende conto che questa porta
al selvatico, continua con lo stesso atteggiamento di massimo impegno seguendo
ed interpretando con sollecita prontezza la qualita' dell'usta per giungere
al selvatico.
La sua espressivita' si fa piu' concreta e l'azione aumenta d'impeto
man mano che la distanza del coniglio diminuisce.
Nell'ultimo brevissimo tratto il Cirneco inizia a dare anche qualche
scagno saltuario, acuto, che via via diventa piu' frequente, quasi a divenire
rabbioso quando presume d'essere al "forte" o al giusto cunicolo d'ingresso
del selvatico.
Qui il Cirneco s'impegna in tentativi di scavo con arti anteriori,
annusa con violente inspirazioni all'interno del buco, sbuffa sonoro e
gli scagni si trasformano in latrati vivi, vibranti, categorici; per diventare
a tratti smorzati, lamentevoli, permeati di rabbia da impotenza, mentre
insiste nei tentativi di scavo.
La voce riprende sonora e vibrante per denunciare che il coniglio si
muove e si sposta all'interno della tana.
A questo punto entra in azione il furetto: il cane deve rispettare
il mustelide, deve sospendere gli scagni e farsi da parte, in assoluto
silenzio, magari acciambellandosi con apparente distacco, in effetti con
sorniona e viva attenzione per quanto sta per accadere. Nel caso
di cirnechi particolarmente nervosi e' tollerato legarli in disparte.
Quando durante la cerca il Cirneco s'imbatte in un'emanazione intensa
che lo porta al selvatico acquattato in giaciglio lontano dal "forte",
sia esso in cespuglio o a ridosso di una pietra, alla base di un muretto,
ai margini di un rovo, sotto poche pietre, o in qualsiasi altro sito non
sotterraneo, il suo comportamento e' identico a quello gi... descritto
per l'ultimo tratto dell'approssimarsi al "forte".
Nei cespugli intricati ed impenetrabili per giungere al coniglio il
Cirneco addenta e strappa con determinazione rami, rovi e spinale, dimostrando
cosi' coraggio e decisione.
Se viene a trovarsi improvvisamente a ridosso del selvatico in giaciglio,
il Cirneco scattera' forzando il covo e costringendo il selvatico alla
fuga.
Alcuni soggetti in circostanze di questo genere esprimono atteggiamento
di punta, piu' o meno prolungato ed espressivo. Questo atteggiamento va
tenuto in somma considerazione dal giudice.
Sul covo caldo di coniglio, partito di soppiatto, e' consentito un
breve indugiare, senza insistenza n‚ voce. Il cane dovra' pero' rilevare
l'emanazione e risalirla speditamente e con fedelta' alla traccia. Se scovato
in una delle condizioni prese in esame, il coniglio, in breve, avra' guadagnato
un "forte" o un cunicolo di varia natura che presenti caratteristiche di
notevole sicurezza; il cane, allora, deve ripartire, riprendere l'emanazione
e risalirla senza tentennamenti, distrazioni od errori, fino al nuovo ricovero
del roditore.
E' questa l'unica seguita del Cirneco, prerogativa tanto ambita ed
indispensabile sia nelle "sciare", sia nei cespugliati, sia in terreno
spoglio.
Lo stile: Il portamento di testa del Cirneco
e' quello di un cane che cerca l'emanazione a terra, quindi con muso non
molto discosto dal terreno.
La coda portata a grande arco sopra la linea dorsale, a tratti si distende
e segna con lieve dimenio le fasi della cerca.
Le orecchie alternano alla erezione massima nei momenti di sospetto
un certo abbassamento sulla nuca nei momenti di impegno motorio, ma di
modesta tensione percettiva. Comunque le orecchie mai devono essere rilassate.
Quando durante la cerca il Cirneco ha la percezione della presenza
del selvatico erige immediatamente le orecchie, si contrae fino ad evidenziare
enormemente la sua massa muscolare, distende contemporaneamente la coda
abbassandola fin quasi all'orizzontale e dimenandola lateralmente con impeto
frenetico.
Lo stile e' una armonica fusione di qualita' fisiche, psichiche e fisiologiche,
pertanto anche il timbro della voce nonche'‚ l'eleganza e la tipicita'
dell'andatura concorrono alla valutazione delle salienti caratteristiche
di razza.
Criteri di valutazione: Il riporto non e' prerogativa peculiare della razza. Qualche soggetto la esplica in maniera esemplare; qualche altro si esibisce in recupero a distanza di grande effetto venatorio; i piu' si limitano ad addentare il coniglio per scaricarsi, poi lo abbandonano. Ognuno di questi comportamenti e' accettabile e non determinante nella valutazione, ma costituisce nota di merito.
copyright;1997 S.Arnetoli, toarneto@hesp.it
courtesy of Elena |